Non mi stancherò mai di ripeterlo: la base per essere un buon Marketer non è la tecnica sulle singole piattaforme ma studio e creatività.
Studio del target e capacità di creare i messaggi giusti che utilizzino le leve emozionali più efficaci rispetto al target di riferimento. Le strutture complesse, le esclusioni di pubblico e i retargeting vari vengono dopo, molto dopo.
Capire come funzionano le piattaforme è molto importante ma la base è sempre e solo una: mostri messaggi e contenuti a persone. Loro non sanno come strutturi il business manager e men che meno li frega qualcosa.
Per questo motivo non potrai mai avere risultati costanti se non lavori sulle creatività, sui messaggi e se non studi a fondo le leve che muovono il tuo target di riferimento.
Avevo già trattato in passato l’argomento creativo in due articoli distinti che ti lascio qui nel caso te li fossi persi:
Oggi voglio condividere con te 3 dei test che mi stanno portando più soddisfazioni e che possono avere un impatto concreto sulle performance.
Spero ti siano utili, se li replichi scrivimi per raccontarmi dei risultati che ti hanno portato. Sono curioso di sapere se le tue conclusioni saranno simili alle mie.
Si parte!
Ipotizza di avere già testato e trovato le leve e gli angoli comunicativi più efficaci per il tuo prodotto/servizio. Hai anche già trovato il “template” grafico e lo stile che a seconda degli obiettivi sembra portare i risultati migliori.
Chiaramente non puoi fermarti qui e per scalare, oltre a continuare i test sulle variabili grafiche e di messaggio, devi passare anche ad altro. Ti serve fare uno step ulteriore, una volta sistemate le variabili macro è giunto il momento di lavorare di fino.
Da cosa parti?
Ti consiglio questi 3 test:
Vado in ordine.
Se gestisci campagne su Meta Ads lo avrai già notato da un po’ di tempo: a livello di inserzioni hai la possibilità di flaggare una spunta per attivare il “branded content”.
In sintesi, come per i post organici, hai la possibilità di far girare le inserzioni con un partner rendendo ancora più evidente la collaborazione. Può essere fatto sia con creators che con altri brand nel caso di collab specifiche o co-marketing.
Personalmente l’ho testato molto di più nel primo caso che nel secondo. I risultati variano da account ad account (un po’ come per tutto) ma per fare una sintesi i branded content:
In retargeting invece, dove le leve diventano molto più commerciali, le performance delle inserzioni standard in dark sono rimaste migliori.
Una modalità interessante che può essere un ottimo test e che vedo usare ancora poco, soprattutto in Italia.
Personalmente sono fan della sintesi (non l’avresti mai detto eh!) e soprattutto nelle inserzioni dove l’attenzione del target è poca e l’obiettivo è spesso quello di portare le persone fuori dalla piattaforma preferisco asciugare il più possibile.
Il mio pensiero è abbastanza semplice: o sei Dan Brown oppure anche meno.
Da buon Marketer però devo mettere da parte le preferenze personali e farmi guidare dai dati e ammetto che test di questo tipo mi hanno sempre portato insight interessanti. Ecco come testare questa variabile in modo abbastanza rigoroso:
Io di solito classifico come “corti” i copy che rimangono tutti dentro l’above the fold. Nei copy lunghi invece allungo il brodo, uso meno frasi brevi e molti più aggettivi cercando comunque di non esagerare.
Nell’ultimo periodo su diversi account ho visto che i copy lunghi performano meglio in prospecting con una riduzione fino al 20% del CAC. In retargeting invece ho notato che andare dritti al punto funziona ancora meglio.
Anche qui il consiglio è quello di testare su ogni account quello che funziona meglio per te. Ogni business e target è diverso dall’altro quindi le regole potrebbero cambiare.
Testa, testa, testa!
Su questo invece non ho mai avuto una preferenza personale. Spesso sento pareri molto forti sul fatto di inserire o meno i link all’interno del copy. L’obiezione di chi è contrario quasi sempre riguarda il fatto che sui posizionamenti nel feed di IG i link nei copy siano disattivati e che questo a livello di UX non sia proprio il massimo.
Posso anche essere d’accordo ma questo test mi ha quasi sempre dato lo stesso risultato: inserire i link nei copy migliora le performance.
La cosa ancora più curiosa è che l’effetto è forte e si registra anche sui posizionamenti di IG dove in teoria potrebbe essere meno indicato. Su un account inserire nel copy il link di atterraggio ha portato a una riduzione del CPA del 38%. Non proprio bruscolini.
Se vuoi andare ancora più nel dettaglio sappi che mettere il link above oppure below the fold cambia, in alcuni casi di molto, i risultati. Testerei quindi entrambe le soluzioni vs l’assenza totale di URL nel copy per vedere quali sono gli effetti.
Nella mia esperienza inserirlo è quasi sempre un plus ma per altri account potrebbe essere diverso. Il bello dell’advertising è proprio questo!
La morale è sempre quella, fai merenda co… DEVI TESTARE. Jingle a parte spero ti sia arrivato il messaggio, non ti fermare alla superficie e testa in modo iterativo diverse tipologie di variabili.
La base sono sicuramente leve comunicative e template grafici. Una volta quadrati quelli hai fatto un buon 70% del lavoro ma il resto è tutto un viaggio di scoperta. Testare diverse variabili ti consente di scalare le performance e stabilizzare i KPI.
Più sei in grado di testare velocemente e prima capisci cosa funziona. Non ti fermare alla superficie e vai fino in fondo tenendo a mente due cose fondamentali:
E poi divertiti!
Direi che anche per questo giovedì è tutto. Se hai dubbi o domande scrivimi, mi farà piacere aiutarti!
Sei arrivato fin qui quindi probabilmente questi argomenti ti interessano.
Per non perdere nessun articolo puoi iscriverti gratis alla newsletter che trovi qui sotto.
In ogni caso, alla prossima!
Copyright © Paolo Galoppo. All Rights Reserved.
Designed by Eye Studios