L’influencer marketing è stato utilizzato con successo da decine di migliaia di aziende e brand ed è un settore che ha visto una costante crescita negli ultimi dieci anni.
Se non hai vissuto sotto una roccia nell’ultimo periodo sai benissimo di cosa parlo.
Gli investimenti in influencer marketing sono cresciuti del 18% anno su anno e hanno raggiunto i 16.4 miliardi di dollari nel 2022. Le proiezioni di crescita stimano che a fine 2023 questo mercato varrà circa 4.62 miliardi di dollari solo negli Stati Uniti.
Il settore è in crescita per diverse ragioni. Non ultime il protocollo ATT di Apple e i continui cambiamenti sempre più stringenti a livello privacy che obbligano le piattaforme di advertising (e i marketers) a fare i salti mortali per mantenere stabili le prestazioni di campagna.
Siamo di fronte a un crocevia importante per il mondo del marketing e dell’advertising e credo che i cambiamenti che arriveranno nei prossimi anni coinvolgeranno in pieno anche l’influencer marketing che subirà delle trasformazioni radicali.
Questo per tre ragioni principali:
Molti brand ancora non lo hanno capito ma gli influencer devono iniziare a essere visti come creators e non solo come canali di diffusione.
Le collaborazioni con influencer fino a oggi si sono svolte nel 90% dei casi attraverso l’utilizzo dei canali organici del creator.
Il flusso è più o meno questo:
Perché questo flusso sia efficace in termini di performance servono alcuni assunti di base che troppo spesso invece mancano:
Questo chiaramente se la collaborazione è improntata con un obiettivo di performance. Su settori come beauty, moda o gioielli è quasi scontato ma su altri settori potrebbe esserlo meno.
L’influencer marketing, soprattutto se fatto su canali in cui i contenuti non hanno una data di scadenza (es. YouTube) può essere una modalità estremamente efficace per avere un impatto su metriche di brand awareness e consideration.
Dal grafico qui sotto è evidente come ad oggi Instagram sia il canale di influencer marketing per eccellenza e che probabilmente è destinato a esserlo ancora per qualche tempo.
Puoi però notare come in poco tempo TikTok si sia fatto spazio e proprio la sua ascesa rappresenta uno dei principali motivi per il quale il settore è destinato a cambiare.
Balletti e cabaret, ecco come era classificato all’inizio TikTok. La verità è che l’audience della piattaforma, e la piattaforma stessa, stanno maturando a vista d’occhio.
Oggi in Italia il 60% dell’audience di TikTok ha più di 25 anni e la maturità dei contenuti continua ad aumentare.
La piattaforma avrà sempre posto per i contenuti irriverenti e dinamici tanto cari alla Gen Z ma diverse tipologie di contenuti si stanno facendo largo attirando di conseguenza anche target più maturi e possibilmente più interessanti per diverse tipologie di aziende (il B2B inizia a dare segni di vita).
TikTok ha avuto un impatto incredibile e ha modificato, probabilmente per i prossimi decenni, la modalità di fruizione dei contenuti online.
Ma cosa c’entra tutto questo con l’influencer marketing?
Si può riassumere in pochi punti:
Questo non riguarda solo TikTok come singola piattaforma. Il cambiamento riguarda anche le altre piattaforme che adatteranno progressivamente i parametri con cui i loro algoritmi forniscono contenuti agli utenti per stare al passo.
Lo abbiamo visto con le diverse copie come Reels e YT Shorts ma anche le interfacce e i feed in generale stanno cambiando un po’ ovunque.
L’utente si aspetta esperienze sempre più personalizzate e sempre più proattive da parte delle piattaforme che non sono più solo un posto dove seguire gli amici o l’influencer di turno.
Sono veri e propri luoghi di intrattenimento che devono essere in grado di fornire il contenuto giusto al momento giusto per massimizzare il tempo degli utenti sulla piattaforma.
Da questo seguono alcune conseguenze:
Un altro tassello del puzzle riguarda i cambiamenti che si stanno susseguendo nel mondo dell’advertising.
Hai letto prima dei cambiamenti privacy e del protocollo ATT quindi non sto a ripetermi. Il media buying è cambiato e si baserà sempre meno sul tecnicismo delle singole piattaforme e sempre di più sulle basi:
Nel primo punto si nasconde la vera spinta evolutiva che avrà il settore dell’influencer marketing.
Quindi ricapitolando, ai brand serve:
E hai anche capito che la delivery organica delle piattaforme sarà sempre meno incentrata su loop relativi a singoli creator e sempre più sul tentativo di far scoprire agli utenti contenuti di valore che possano massimizzare l’intrattenimento e il loro tempo di permanenza sulla piattaforma.
Se unisci i punti capisci da solo dove voglio arrivare.
Il vero asset degli influencer non sono le loro audience ma la capacità di creare contenuti efficaci per una data piattaforma e un certo target di riferimento.
Parliamo di creativi, di creators e non di semplici influencer.
Le modalità di collaborazione dovranno quindi adattarsi. Il punto centrale sarà la gestione dei diritti di immagine per consentire ai brand di modificare i video prodotti, iterarli e veicolarli su diverse piattaforme attraverso campagne paid.
Ecco cosa ci guadagna il brand:
Dall’altro lato i creator hanno diversi vantaggi:
Si tratta di un gioco a somma positiva. E sono gli unici giochi che ha davvero senso giocare.
In breve: la crescente importanza dei formati video, i cambiamenti negli algoritmi di delivery organica e le modifiche nelle strategie di media buying avranno un effetto importante sul settore dell’influencer marketing.
Gli influencer saranno sempre più dei veri e propri creativi per i brand e saranno progressivamente integrati all’interno dei processi aziendali.
Saranno sempre di più visti come creators e non come semplici canali di delivery per i messaggi dei brand.
Il punto centrale sarà trovare il giusto balance nelle nuove modalità di collaborazione che dovranno prevedere:
Direi che per questo primo giovedì è tutto.
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